Il libro si occupa dei margini della filosofia, cioè dei punti in cui talvolta essa sconfina dal proprio territorio, o all’opposto subisce invasioni da parte di “non addetti ai lavori”. A essere chiamati in causa sono, più specificamente, i rapporti che la filosofia instaura con letteratura e pittura. Si tratta di mostrare, attraverso esempi significativi, come i pensatori dell’ultimo secolo si siano relazionati alle opere di letterati e artisti visivi, o come questi abbiano manifestato interesse per filosofi antichi e recenti. Così, nella prima parte del volume, viene preso in esame il modo in cui Bataille ha reinterpretato Descartes, Char è divenuto amico di Heidegger, Deleuze e Derrida hanno scritto rispettivamente su Beckett e Celan, mentre Lacoue-Labarthe e Nancy hanno riletto i romantici tedeschi. Nella seconda parte, la trattazione verte su Lyotard alle prese con Duchamp, Deleuze commentatore di Cézanne e Bacon, Foucault interprete di Magritte, Derrida di Van Gogh e Nancy di Hantaï. Una fitta serie di interscambi, dunque, che hanno contribuito non poco ad approfondire e rinnovare il nostro modo di intendere sia la filosofia che le arti.
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Italiano -
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Collana
Sull'autore
Giuseppe Zuccarino
Giuseppe Zuccarino, nato nel 1955, è critico e traduttore. Ha pubblicato vari volumi di saggi: La scrittura impossibile (1995); L’immagine e l’enigma (1998); Critica e commento. Benjamin, Foucault, Derrida (2000); Percorsi anomali (2002); Il desiderio, la follia, la morte (2005); Il dialogo e il silenzio (2008); Da un’arte all’altra (2009); Note al palinsesto (2012); Il farsi della scrittura (2012); Prospezioni. Foucault e Derrida (2016); Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot (2018). Tra i libri da lui tradotti figurano opere di Mallarmé, Bataille, Klossowski, Blanchot, Caillois e Barthes.