Costantemente ripubblicati, a partire dalla loro prima edizione nel 1784 sino alla fine del XIX secolo, gli Studi della natura hanno esercitato sul pensiero filosofico, scientifico e letterario europeo un’influenza profonda, oggi però dimenticata. Al contempo “discepolo” di Rousseau e ispiratore del primo romanticismo, Bernardin de Saint-Pierre dipinse, con una scrittura sontuosa, il vasto affresco di una natura benevola interamente rivolta ai bisogni dell’uomo. Canto del cigno dell’enciclopedismo dei Lumi, gli Studi della natura – che qui proponiamo per la prima volta in italiano – sono costruiti sull’affascinante e precaria alleanza tra teoria della scienza, metafisica, estetica, morale e teologia. Questa monumentale opera ha dunque la pretesa d’inglobare al suo interno tutto il campo del reale e del sapere umano
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Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre
Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre (1737-1814) è una delle figure più significative dell’ultima generazione dei Lumi francesi: fu intendente del Jardin des Plantes, membro della Convenzione, primo professore di Filosofia morale all’École normale supérieure e presidente dell’Académie française, nonché autore del bestseller sentimentalista Paolo e Virginia (1788). Amico e discepolo di Rousseau, egli sviluppò il più ardito disegno di finalismo antropocentrico individuabile nella filosofia moderna.