«L’eccezionalità di Gopnik sta nella sua capacità di prendere un argomento sul quale sembra non ci sia più nulla da dire e di trattarlo in maniera originale e profonda...»
Alain de Botton
«Brillante, coinvolgente e intensamente moderno.»
The Spectator
Nel corso del Settecento, il mondo moderno si è garantito il lusso di poterlo ammirare da dietro un vetro nel tepore di una stanza ben riscaldata: da allora l’inverno ha smesso di essere soltanto una stagione buia e gelida ed è diventato molto altro e molto di più. Parte da questa constatazione Adam Gopnik per accompagnarci in un eclettico viaggio tra gli artisti, i libri, le musiche, le mode che hanno forgiato la nostra nuova visione dell’inverno. Scopriamo così come una poesia abbia imposto l’immagine del piacere borghese di radunarsi intorno a un camino mentre fuori nevica; come un’illustrazione abbia sancito il sincretismo tra Natale dei consumi e Natale degli affetti; come la passione per le stampe giapponesi abbia ammorbidito la nostra visione del freddo; come i resoconti delle esplorazioni polari abbiano dato vita a un nuovo senso dell’avventura. L’inverno aspro con cui i romantici tedeschi identificavano lo spirito nordico – in contrapposizione al razionalismo illuminista – nel tempo ha ceduto il passo alle eleganti mollezze di quello ritratto dagli impressionisti; i mesi invernali hanno trovato le loro forme di svago, dal sottile erotismo delle piste di pattinaggio alle folle dello shopping, e l’estetica boreale delle festività di fine anno ha conquistato anche i climi mediterranei, in un profluvio di neve finta, abeti, renne e rami di vischio.
Alain de Botton
«Brillante, coinvolgente e intensamente moderno.»
The Spectator
Nel corso del Settecento, il mondo moderno si è garantito il lusso di poterlo ammirare da dietro un vetro nel tepore di una stanza ben riscaldata: da allora l’inverno ha smesso di essere soltanto una stagione buia e gelida ed è diventato molto altro e molto di più. Parte da questa constatazione Adam Gopnik per accompagnarci in un eclettico viaggio tra gli artisti, i libri, le musiche, le mode che hanno forgiato la nostra nuova visione dell’inverno. Scopriamo così come una poesia abbia imposto l’immagine del piacere borghese di radunarsi intorno a un camino mentre fuori nevica; come un’illustrazione abbia sancito il sincretismo tra Natale dei consumi e Natale degli affetti; come la passione per le stampe giapponesi abbia ammorbidito la nostra visione del freddo; come i resoconti delle esplorazioni polari abbiano dato vita a un nuovo senso dell’avventura. L’inverno aspro con cui i romantici tedeschi identificavano lo spirito nordico – in contrapposizione al razionalismo illuminista – nel tempo ha ceduto il passo alle eleganti mollezze di quello ritratto dagli impressionisti; i mesi invernali hanno trovato le loro forme di svago, dal sottile erotismo delle piste di pattinaggio alle folle dello shopping, e l’estetica boreale delle festività di fine anno ha conquistato anche i climi mediterranei, in un profluvio di neve finta, abeti, renne e rami di vischio.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
276 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Adam Gopnik
Adam Gopnik scrive per il New Yorker dal 1986. Ha vinto tre volte il National Magazine Award for Essays and for Criticism e il George Polk Award for Magazine Reporting. Vive a New York con la moglie e i loro due figli. Guanda ha pubblicato Una casa a New York, Da Parigi alla luna, In principio era la tavola, Il sogno di una vita, L’invenzione dell’inverno e Io, lei, Manhattan.