Dalla razzia del Ghetto di Roma nell’ottobre 1943, al campo di prigionia di Fossoli, sino al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Piero Terracina ha conosciuto in prima persona le tappe più crudeli e sconvolgenti della persecuzione nazista. Si è salvato dai campi di sterminio, è tornato a casa, ha trovato lavoro come dirigente d’azienda e ha ripreso a vivere: ma con marchiata nell’anima una ferita incancellabile quanto il numero impressogli sul braccio dagli aguzzini. Molti anni dopo, a seguito del suicidio di Primo Levi, per Terracina si risveglia l’imperativo a raccontare. Nonostante tutto il dolore che comporta, l’obbligo da quel momento è quello di dare voce e condividere la propria testimonianza, portandola nelle scuole, nelle occasioni pubbliche, in un mondo ancora sordo a tutto l’orrore che è stato. Quello da Piero Terracina confidato all’intervistatrice Lisa Ginzburg è un racconto pacato e commovente, lucido ma ancora memore della totale vulnerabilità e dello sgomento di fronte all’abominio della violenza nazista. La deportazione, gli strazianti commiati dai propri cari, la vita concentrazionaria: Terracina non risparmia a sé stesso una ricognizione della memoria di sconvolgente portata. La sua voce è quella di un testimone d’eccezione della pagina più buia del Ventesimo secolo. La sua storia è quella di chi torna alla vita ma senza dimenticare, perché dimenticare è morire, e non rendere omaggio alla memoria è una sovversione del tempo. Chi è sopravvissuto lo sa.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
112 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Piero Terracina
Piero Terracina, nato a Roma nel 1928, ultimo di quattro figli,
viene arrestato nell’aprile del 1944 con tutta la sua famiglia. Dopo una
breve permanenza a Fossoli, vengono deportati ad Auschwitz. Solo Piero
farà ritorno in Italia nove mesi dopo la liberazione dei campi.
A partire dagli anni Ottanta, decide di raccontare la sua storia, fino
ad allora taciuta, portandone la testimonianza nelle scuole,
in trasmissioni radiofoniche e televisive, in istituti militari.
È scomparso a Roma alla fine del 2019. La conversazione con Lisa Ginzburg,
realizzata per Rai Radio3, risale all’aprile 2000.
viene arrestato nell’aprile del 1944 con tutta la sua famiglia. Dopo una
breve permanenza a Fossoli, vengono deportati ad Auschwitz. Solo Piero
farà ritorno in Italia nove mesi dopo la liberazione dei campi.
A partire dagli anni Ottanta, decide di raccontare la sua storia, fino
ad allora taciuta, portandone la testimonianza nelle scuole,
in trasmissioni radiofoniche e televisive, in istituti militari.
È scomparso a Roma alla fine del 2019. La conversazione con Lisa Ginzburg,
realizzata per Rai Radio3, risale all’aprile 2000.