Ulisse e il desiderio Il canto XXVI dell’Inferno

Ulisse e il desiderio

Il canto XXVI dell’Inferno

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Nell’interpretazione di Gennaro Sasso, Ulisse è, in Dante, non tanto l’eroe della virtù e della conoscenza, e meno che mai il fandi fictor della rappresentazione virgiliana, quanto piuttosto l’eroe e insieme la vittima della necessità che, per il tramite del desiderio intrinseco all’uomo, lo spinge ad andare oltre, senza che questo possa mai essere adeguato e un altro «oltre» non si profili come una mèta da raggiungere. Questo concetto è illustrato nell’ampio saggio che apre il volume; ed è particolareggiato, nei successivi cinque, in analisi molteplici che, partendo dal XXVI canto dell’Inferno, e illustrandone aspetti specifici, aprono il discorso ad altre questioni, concernenti aspetti importanti del pensiero filosofico e teologico di Dante. Ulisse è bensì, infatti, il grande personaggio che racconta la storia della sua corsa verso la morte. Ma, nell’esserlo, è anche il luogo ideale in cui, attraverso il racconto della sua avventura, Dante prese contatto con quel che aveva pensato in una stagione determinata della sua vita, con quel che di quelle esperienze ancora condivideva e con quel che, seguitando a sentirne il fascino, non poteva tuttavia condividere più.

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Sull'autore

Gennaro Sasso

Gennaro Sasso è professore emerito (già ordinario di Filosofia teoretica) nell’Università di Roma “La Sapienza”, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, direttore dell’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli. È autore di molti libri riguardanti il pensiero politico (Machiavelli, Guicciardini, Lucrezio), filosofici (Platone, l’idealismo italiano) e la riflessione teoretica. Fra i suoi numerosi contributi danteschi, ricordiamo Dante. L’Imperatore e Aristotele (Roma 2002) e Le autobiografie di Dante, in corso di stampa.

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